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Tre cose assurde.

24 ottobre 2021

Tiny House galleggiante
Oakland, CA
Ore 18:45

Cari amici,

Questa domenica di fine ottobre è stata assurda. In realtà è una settimana che succedono solo cose assurde, sarà per questo che sono solo le 18:48 e io vorrei già andare a dormire? Chissà.

Ero al computer a preparare la lezione di italiano di questa settimana e, come mio solito, mi sono persa in pensieri e cartelle sul pc decidendo, alla fine, di scrivervi di queste ultime assurdità.

La prima e più impellente è che piove. Ma piove a dirotto, da giorni! E la cosa genera in me sentimenti a dir poco contrastanti che poi, in linea di massima, sfociano in un disagio esistenziale. I sentimenti, in ordine, sono i seguenti:

  1. GIOIA IMMENSA, della serie “Evviva, piove! Tutta quest’acqua ci voleva proprio, finalmente si spegneranno tutti gli incendi. E poi dai, un po’ di clima autunnale ci vuole.”
  2. PANICO GENERALIZZATO, perché la pioggia fa bene alla terra se quest’ultima riesce ad assorbirla, e un terreno che è stato arido per circa un anno non è assolutamente pronto ad accogliere tutta quest’abbondanza. Ah, e poi bella la pioggia ma più che clima autunnale questi temporali sanno di clima tropicale e di disastro ambientale.
  3. PANICO SPECIFICO, ci si sta allagando il giardino. “Ma come? Il giardino? Non la casa o il seminterrato?” Eh, no, proprio il giardino. Perché è una specie di conca, è in discesa rispetto alla casa grande, alla Tiny House e pure alla strada, quindi adesso abbiamo una specie di piscina naturale che ci separa dal resto del mondo. Tra l’altro questo sta creando problemi anche ai nostri vicini a cui si sta allagando tutto il seminterrato. VATUTTOBENE.
  4. SOVRACCARICO. Non c’è soluzione a nessuno di questi problemi, né per il nostro giardino, né per la casa dei vicini, né tantomeno per il disastro ambientale quindi scarichiamo tutto su cose che posso risolvere: abbiamo ribaltato casa e pulito tutto, TUTTO. Mica male come effetto collaterale, no?

La seconda assurdità è difficile da circoscrivere a un momento specifico, è più che altro una sensazione strana ma piacevole che mi è presa alla fine di questa settimana di lavoro. Sono iniziate cose nuove, che all’inizio sembravano spaventosissime e che invece alla fine sono andate liscissime, anzi mi sono addirittura divertita. Per dirne una, ho fatto i miei primi colloqui con i genitori e, nonostante le 8 ore filate su Zoom, è stato strasuperwow. La cosa più assurda (per non dimenticare la parola del giorno) è stata accorgermi dell’impatto che la scuola ha sulla giornata e sulla vita dei piccoli d’uomo che ho in classe tutti i giorni. Praticamente tutti i genitori ci hanno chiesto “Ma, voi che fate a scuola? Perché mi* figli* torna a casa stravolt* e non ci racconta quasi niente!”. Ecco, la scuola è il luogo dove loro passano la maggior parte della giornata, dove hanno le interazioni più intense e significative, è uno spazio in cui si mettono in gioco e si impegnano tantissimo (tra l’altro hanno delle giornate lunghiiiiiissime!).
E niente, so che può sembrare una banalità, che avrei dovuto saperlo visto che sono stata studentessa anche io, che è una cosa ovvia, e forse sarà stato l’effetto di sentirselo ripetere da 18 coppie di genitori, una dietro l’altra, senza soluzione di continuità, però cavoli. La scuola è davvero speciale se è fatta bene.
Ah, e poi alcuni bambini erano in casa e si sono affacciati su Zoom per salutarci e la loro espressione nel vedere i maestri senza mascherina è stata qualcosa di impagabile.

Ultima, forse, cosa assurda: oggi io e Davide abbiamo inviato la domanda per partecipare alla lotteria per la Green Card.

Cos’è? Allora ogni anno il governo federale degli Stati Uniti mette a disposizione di cittadini di paesi che hanno un tasso di immigrazione recente verso gli Stati Uniti non altissimo, circa 50.000 Diversity Visa. Sostanzialmente poi un computer estrae casualmente i fortunati che, a quel punto, possono accedere alla seconda fase delle procedure che porteranno, dopo non poche attese e tormenti, ad ottenere la famosa Green Card, ovvero un permesso di residenza permanente negli USA.

Quest’anno i visti a disposizione sono 55.000, solitamente le domande di partecipazione sono tra i 13 e i 20 milioni. Diciamo che c’è circa l’1% di probabilità di vincere, quindi non è che ci sia gran che da sperare ecco.
Motivo per cui questa decisione l’abbiamo presa con animo spensierato, con sportività e un pizzico di leggerezza. Però resta il fatto che l’abbiamo presa, perché? Perché questa vita pare ci piaccia e ci vada bene, tanto. Perché un anno fa io tornavo in Italia con le idee chiare ma con pochissime certezze: ci saremmo sposati, chissà quando, e io sarei andata in California, perché avevo respirato un’aria nuova, frizzante e diversa.
E ora, dopo 365 giorni, le idee sono ancora chiare e le certezze ancora poche, però sento di aver raggiunto un briciolo di serenità: l’America, non tutta eh, questa qui, la mia, è giusta per me, per la me di adesso e per la me del futuro (quello vicino, non esageriamo).
Insomma, abbiamo partecipato alla lotteria e la cosa più difficile da fare qual è stata? La foto. Sorridi, ma senza denti; capelli sciolti, ma non che coprano il viso; sguardo dritto, ma non da zombie; sfondo uniforme, ma non ritoccato; luce naturale, ma senza ombre. Insomma, un’agonia. Ma alla fine ci siamo fatti pure un sacco di risate.

Che assurdità questo ottobre!

Vi abbraccio forte,

Bi

3 risposte su “Tre cose assurde.”

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